Quando un’impresa entra in difficoltà, le scelte giuste fanno la differenza tra il recupero e il tracollo. Qui intervengo per trovare la via giuridica migliore e proteggere ciò che hai costruito.
Piani di risanamento, accordi con banche e creditori, moratorie, misure protettive, concordati, allo scopo di evitare l’insolvenza e ripristinare la continuità aziendale.
Assistenza nei procedimenti relativi alla crisi d’impresa; difesa nelle azioni di responsabilità proposte contro amministratori, sindaci e revisori.
Difesa per la parte giuridica di accertamenti e verifiche fiscali, specialmente per gli aspetti societari e di bilancio. Difesa nei procedimenti penali tributari, soprattutto quando vengano contestate ipotesi presuntive.
Assistenza negli aspetti giuridici delle procedure di licenziamento collettivo e nei negoziati con il personale, per ridurre l’impatto anche umano della crisi.
Tutela nei procedimenti per bancarotta fraudolenta, operazioni dolose, reati societari connessi all’insolvenza, falso in bilancio, riciclaggio, autoriciclaggio. Difesa in sequestri e confische.
Assistenza delle persone, aziende e imprese vittime degli abusi contrattuali del sistema bancario e finanziario. Mutui, Leasing, Fideiussioni, Conti correnti, Depositi, Titoli, Derivati.
Gestire una crisi aziendale non significa solo affrontare problemi economici, ma anche prendere decisioni delicate che possono cambiare il futuro di un’impresa.
Sono l’Avv. Gabriele Cianci e assisto gli imprenditori con un approccio mirato, analizzando ogni aspetto della situazione per individuare la strategia più efficace.
Affidabilità ed esperienza sono alla base di ogni intervento: ogni passo viene pianificato con attenzione, garantendo una gestione chiara delle opzioni disponibili. Che si tratti di ristrutturazione del debito, tutela del patrimonio o difesa in sede giudiziaria, ogni soluzione è costruita su misura per proteggere l’impresa e chi la guida.
Superare una crisi aziendale richiede metodo e visione, sulla base di un’assistenza legale diretta, indipendente e senza compromessi.
Il nuovo codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza compie un salto di qualità rispetto alla vecchia legge fallimentare e offre all’imprenditore una serie di strumenti per affrontare adeguatamente e tempestivamente le situazioni di difficoltà che si possono presentare e che, oggi, possono scaturire anche da eventi macroeconomici imprevedibili (come, ad esempio, l’epidemia di Covid, le guerre, i dazi, ecc.).
Il nuovo codice mette a disposizione plurime opportunità come misure protettive dell’impresa, piani di ristrutturazione, accordi con i creditori, moratorie, composizioni negoziate della crisi e concordati, procedure di esdebitazione.
Occorre però una seria professionalità per evitare i rischi connessi all’insolvenza, anche di natura penale, e per tutelare l’imprenditore da conseguenze negative anche irreparabili, nel rispetto dei diritti delle maestranze e dei creditori.
Sì, è possibile negoziare condizioni più favorevoli per il rientro dalle esposizioni ed evitare azioni esecutive come pignoramenti o sequestri.
L’importante è che la ristrutturazione dei debiti avvenga in modo organico, trasparente e nel rispetto dei percorsi stabiliti dalla legge.
Particolare attenzione va posta alle misure idonee a garantire la continuità aziendale, ossia la sopravvivenza dell’impresa, ottenendo l’indispensabile respiro finanziario.
L’imprenditore che si trova in una situazione di crisi va tutelato anche dal punto di vista del patrimonio personale, per evitare l’escussione di fideiussioni, azioni di responsabilità e procedimenti penali.
Certamente sì, nel nuovo codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza sono state “trapiantate” tutte le norme penali della vecchia legge fallimentare, le quali risalgono alla prima metà del secolo scorso e che, particolarmente punitive per l’imprenditore ed ormai inadeguate, possono dar luogo a gravi condanne.
Con la crisi aziendale, ogni operazione economica potrà successivamente essere interpretata in senso pregiudizialmente negativo, dando luogo ad accuse di bancarotta fraudolenta che possono estendersi anche ai collaboratori dell’imprenditore.
Occorre dunque una assistenza professionale tempestiva e qualificata per mantenere la gestione della crisi negli ambiti disciplinati dalla legge e per cercare di salvare gli assets patrimoniali dell’azienda.
Ogni situazione va valutata con attenzione.
In alcuni casi, procedere con un concordato preventivo o con una ristrutturazione delle passività consente di ridurre i debiti e continuare ad operare mantenendo l’azienda in funzionamento.
In altri, la liquidazione può essere la scelta più razionale per limitare le perdite e tutelare il patrimonio residuo.
Un’analisi dettagliata delle prospettive industriali e commerciali aiuta senz’altro a prendere la decisione migliore riguardo la via giuridica da seguire.
Come ogni vero imprenditore ben sa, tensione di liquidità, ritardi negli incassi e nei pagamenti, pressione crescente da parte dei fornitori e delle banche, aumento delle esposizioni fiscali e contributive, calo della reddittività, sono campanelli d’allarme che indicano la necessità di intervenire subito, rivolgendosi a un professionista esperto.
Agire prima che la situazione diventi irreversibile permette di accedere alle soluzioni negoziate previste dal nuovo codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza, salvando così l’azienda.
Costituisce un’“impresa minore”, come definita dall’art. 2 lett. d) del codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza, un’azienda che presenta congiuntamente i seguenti requisiti:
L’impresa minore non è assoggettabile a liquidazione giudiziale e, pertanto, il suo titolare non può incorrere nei reati di cui agli art. 322 e seguenti del codice.
Ma l’impresa minore può comunque accedere agli strumenti per la soluzione della crisi.